Il Profitto è la Portanza del tuo business

PDTB_Formule_ProfittoIn questo post, voglio parlarti del Profitto che ogni attività deve o dovrebbe perseguire ed ottenere dal proprio business.
Il Profitto infatti è la Portanza del tuo business. Condividi il Tweet

Cosa è la Portanza?
La Portanza è la forza che permette ad un aereo di staccarsi da terra: è la spinta, perpendicolare alla direzione del moto, che si produce per effetto del flusso dell’aria intorno alle ali.
Questa forza entra in gioco in ogni momento del volo, dipende dalla velocità rispetto all’aria e dalla configurazione dell’ala.

Dunque possiamo dire che il Profitto è la Portanza che fa volare il tuo business e richiede velocità  e configurazioni specifiche.

Senza Portanza l’aereo stalla e cade,  senza Profitto il business entra in crisi e fallisce.

I Piloti fanno i conti con la Portanza in ogni momento del volo, ne va della loro sopravvivenza, anche tu dovresti fare i conti con il Profitto in ogni momento ed ogni fase del tuo business.

Come dice Mike Michalowicz nel suo libro “Profit First”, bisogna prendersi il Profitto prima di ogni cosa e non aspettare alla fine dell’anno.

Questo libro, come gli altri di cui parlo nel mio blog, lo trovi elencato nella Biblioteca del Pilota.

Tutti conoscono la formula:

Incassi-Spese=Profitto

e tutti gli imprenditori si sono trovati ad utilizzarla al momento dell’analisi dei propri risultati e per capire se il proprio business è redditizio o meno.
L’idea interessante è di mettere i Profitti al primo posto e dunque invertire la formula in:

Incassi-Profitto=Spese

Molti imprenditori avviano la loro attività ed iniziano ad avere i primi incassi e ovviamente iniziano ad avere le spese a cui fanno fronte con gli incassi del proprio business, ma lasciano sempre per ultimo il proprio profitto sperando che alla fine rimanga un utile.
Rimandano sempre il momento, mettendo tutto il resto davanti (spese correnti, dipendenti, fornitori, ecc.) e senza avere un controllo immediato e continuato dello stato di salute della propria attività.
Dunque tipicamente si concentra sulle spese e cerca sempre di aumentare i volumi delle proprie vendite  per coprirle ma non si concentra sul profitto che si merita.
Questa tendenza fa in modo che l’imprenditore si barcameni su più fronti (perdendo il focus) nel disperato tentativo di pareggiare le spese.
Più direzioni si prendono, non dedicandosi ad una specifica nicchia di mercato e non specializzandosi in un unica attività, più spese si hanno per sostenerle (ne ho parlato nel post Le nicchie di Mercato).
Il mindset che si crea è quello di avere delle attività che tendono al pareggio ma non all’utile e al profitto.
Sono delle vere e proprie attività Frankenstein che mangiano e consumano tante risorse che vengono servite dall’imprenditore e non il contrario.

Il semplice processo di prendersi il profitto prima, riduce automaticamente la quantità di denaro disponibile per le spese. A sua volta l’imprenditore è costretto a diventare più efficiente, e per diventare efficiente deve concentrarsi su una singolare necessità del mercato da soddisfare. In altre parole, si costringe ad avere il focus su una particolare fascia del mercato che è alla fine il modo più efficace per stimolare la crescita.

Come funziona esattamente il processo di mettere il Profitto in prima posizione?

Semplicemente si fa in modo che il profitto non sia un eccezione, un opzione o una variabile, si definisce in maniera predeterminata la percentuale che si vuole ottenere dalla nostra attività e si accantona immediatamente.

Si definiscono delle Percentuali di allocazione che nel libro vengono definite TAP (Target Allocation Percentage), in inglese TAP vuole dire rubinetto.
Queste percentuali di denaro vengono assegnate ai diversi conti bancari dei depositi generati dalle vendite. I conti di base che ogni azienda dovrebbe avere sono: Conto Profitto, Conto Tasse, Conto Paga, Conto Spese Operative. Poi su base periodica il denaro che è stato generato dal business viene distribuito a questi diversi conti sulla base delle percentuali predefinite.
Tali percentuali possono essere inizialmente basse (per un attività appena avviata), diventando un punto di partenza che traccia la giusta direzione che bisogna avere nel tempo.

Ma oltre al beneficio primario di accantonare subito il profitto, questo processo genera un interessante effetto secondario: quello della ri-acquisizione della fiducia.

La maggior parte degli imprenditori sperimentano l’esperienza di essere l’ultima ruota del carro, il loro business è diventato un mostro che li controlla.
Una volta che viene implementato questo sistema ci si sente di nuovo in controllo e dunque si torna ad essere piloti del proprio business e si controlla la portanza per un volo sicuro e proficuo.
Tale processo è semplice e dovrebbe essere implementato il prima possibile, ma costringe anche alla responsabilità ed a prendere decisioni a volte difficili.

Ma non ci sono dei rischi a mettere il Profitto come priorità? Se poi non ci sono abbastanza soldi per pagare le spese?

E’ proprio qui il punto focale dell’idea. Il rischio di non avere abbastanza soldi per pagare le spese è una delle cose più importanti che possono verificarsi con questo sistema.
Se non si hanno abbastanza soldi per pagare le bollette, è il segnale di allarme che viene inviato che l’attività non è in grado di sostenersi e dunque bisogna immediatamente trovare dei rimedi operativi che gli permetterà di trovare il giusto equilibrio.
La cosa fantastica che questo controllo avviene subito e non in una fase avanzata dove potrebbe essere troppo tardi.
Ovviamente bisogna tarare le percentuali in modo adeguato e non prendere troppo profitto, troppo presto strozzando il business e tornando alle abitudini tradizionali.
Il segreto è costruire un abitudine un modus operandi che diventerà virtuoso con la crescita dei volumi.
Un altro rischio è quello di fare i prestiti a se stessi, cioè dopo aver accumulato e allocato il profitto, si usa erroneamente per coprire le spese di gestione dell’attività.
Questa cosa evita di fare degli interventi strutturali, erodendo la quota di profitto predeterminata.
Le percentuali destinate al profitto devono rimanere tali sempre.

Spesso il rapporto tra imprenditore e azienda si assimila a quello parentale ma secondo me non è molto corretto pensarlo in questo modo.
E’ meglio considerare l’azienda o l’attività il proprio gemello siamese.
L’imprenditore ed il proprio business condividono l’anima. Quando i numeri diventano stretti e non tornano, lo stress aumenta e si crea una situazione di vero disagio.
La relazione con i propri dati finanziari diventa fondamentale, numeri forti da un business forte ci danno una forte iniezione di autostima confronto ad un business con numeri che non tornano.

Il messaggio innato in questa pratica è anche quello che bisogna essere frugali ma non avari.
Chi mi conosce sa che io sono per il business low cost ed efficiente.
In altre parole, dobbiamo costruire un business efficiente, senza sprechi, tagliando spese inutili e spremere più possibile i nostri investimenti (economici, risorse e tempo) ed ottenerne subito il succo.

Questo nuova mentalità può aiutare drasticamente, sia le attività in avviamento sia quelle già avviate ed in crescita, a creare una autostima finanziaria.

Il segreto dunque è iniziare a prendere il proprio profitto subito e che il profitto è un abitudine, non un evento eccezionale.
Inizia a creare questa abitudine adesso e non domani o in futuro.

Ti auguro Cieli Azzurri e volo sempre in alto (controllando la tua Portanza)

Raffaele

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